INDICE DEI CONTENUTI
1. BACIO SOTTO IL VISCHIO
Baciarsi sotto il vischio è una tradizione molto antica che risale addirittura al tempo dei Celti, popolazione che considerava questa pianta una manifestazione vivente degli dei, simbolo indiscusso di buona sorte e positività, soprattutto in amore.
– LEGGENDA DI FREYA DEA PROTETTRICE DELL’AMORE
La leggenda legata al vischio è molto bella. Protagonista la dea Freya, protettrice degli innamorati, e i suoi due figli Balder e Loki. Il primo buono e per questo molto amato da tutti e il secondo invece irascibile, invidioso e di conseguenza temuto. Loki per gelosia ha intenzione di uccidere suo fratello ma la madre Freya, ovviamente, cerca di proteggerlo in tutti i modi e lo fa chiedendo aiuto agli agenti naturali: Aria, Terra, Acqua, Fuoco, alle piante e agli animali. Si dimentica però di chiedere l’aiuto del vischio, una pianta particolare che non vive né sotto né sopra la terra (infatti non ha radici piantate al suolo ma si nutre della linfa di altre piante). Naturalmente Loki si servì proprio del vischio intrecciato per fare un’arma appuntita con cui uccidere il fratello. Tutto il mondo naturale pianse la morte di Balder compresa Freya le cui lacrime caddero sul dardo fatto di vischio e si trasformarono in bacche che magicamente ridonarono la vita al figlio. Da quel giorno Freya come segno di ringraziamento baciava tutti coloro che passavano sotto la pianta di vischio promettendo pace e amore.
L’amore è riuscito a sconfiggere la morte! … almeno nella leggenda, ma sicuramente questa tradizione è arrivata intatta, quindi non dimenticate di far passare la persone che amate sotto un ramoscello di vischio.
– LEGGENDA CELTICA
I Celti, precisamente i loro Druidi consideravano sacra questa pianta solo se cresceva su una quercia (il re giovane!). Sia quercia che vischio erano tenuti in gran considerazione dai celti e dai loro maghi. La leggenda narra che i druidi raccoglievano il vischio, molto raro, solo dalle querce utilizzando un falcetto d’oro (l’oro è un altro simbolo del sole), questo avveniva anche in giorni ed ore specifiche, dopo di che il vischio veniva bruciato con rituali vari per propiziare fortuna per l’anno nuovo. Infine rami di vischio venivano appesi nelle case per portare fortuna ed armonia familiare e gli ospiti che entravano in casa si abbracciavano sotto questi rami, sempre per buon augurio.

2. IL CEPPO DI NATALE
– TRADIZIONE DEL CEPPO DI NATALE
Il Ceppo di Natale o tronco di natale è considerata una delle tradizioni più antiche Natalizie. Si tratta di un usanza risalente al XIX – XX, diffusa in molti paesi europei Dai mari del Nord al Mediterraneo.
L’usanza aveva luogo alla Vigilia di Natale, quando il capo famiglia, con un brindisi di Buon Augurio, bruciava nel caminetto di casa un grosso tronco di legno, che poi veniva lasciato ardere fino al giorno della befana per ben 12 giorni.

I resti del ceppo venivano poi conservati perchè erano considerati magici; si credeva che favorissero il raccolto, l’allevamento, la fertilità delle donne e degli animali e la salute e che proteggesse dai fulmini e spesso venivano riutilizzati per accendere il ceppo dell’anno successivo.
-CEPPO NATALIZIO CHE PIANTE UTILIZZAVANO?
A seconda delle culture, erano diverse le piante che venivano scelte per questa tradizione: i francesi preferivano gli alberi da frutta, gli inglesi il frassino, il pino o la quercia, gli scozzesi la betulla, Italia la quercia simbolo di forza.
– TRADIZIONE LOMBARDA
Il capo famiglia tagliava tre pani distribuendoli come in un rito celebrativo simile all’ Ultima Cena, detta “rito del ciocco”. Lo stesso inoltre versava un po’ di vino dal proprio bicchiere su un grosso ceppo acceso nel camino, insieme ad un piccolo fascio di rami e bacche di ginepro. In seguito spezzava il “pane grande”, dopo averne inciso la superficie con una croce, ne distribuiva a tutti i componenti della famiglia. Il ceppo poteva essere a piacimento addobbato come una ghirlanda o un albero di Natale.
– TRADIZIONI AI GIORNI NOSTRI
Questa tradizione si è trasformata in cucina con il tronchetto natalizio : un dolce di cioccolata a forma di tronco d’albero, che spesso viene servito insieme a panettone e pandoro durante la cena o pranzo Natalizio

13 DICEMBRE LA LEGGENDA DI SANTA LUCIA
Lucia visse tra il 283 e il 304 dopo Cristo, era una giovane siracusana, ricca e promessa sposa. Ma decise di dedicare la sua vita al Signore, si convertì al Cristianesimo e, denunciata dal mancato sposo, per questo fu perseguitata, mutilata e uccisa.
Secondo la leggenda, gli occhi le sarebbero stati cavati dai suoi aguzzini durante la tortura. Da allora, divenne la Santa protettrice degli occhi e della vista e si dice che l’inizio del suo martirio fu proprio il 13 Dicembre.
Per la Chiesa Cattolica è Portatrice Cristiana di Luce e, in molte zone del Nord, ha anche il grato compito di portare i doni ai bambini.
la sua festa coincide con il solstizio d’inverno e il periodo dell’anno in cui i giorni cominciano ad allungarsi.
E’ rappresentata in abito bianco con una corona di candele e arriva dal cielo, su un carretto pieno di doni, trainato da un asinello, per distribuirli ai bambini buoni. Un po’ come Babbo Natale, non a caso chi festeggia Santa Lucia ha un detto: “la notte di S.Lucia è la più lunga che ci sia”, proprio per l’attesa dei bimbi.
Il culto di Santa Lucia parte da Venezia dove riposano le sue spoglie e arriva in molte parti d’Italia e d’Europa.
– IN ITALIA
Sono diverse le leggende sulla Santa quindi mettiti comodo che ho molto da raccontarti
1.LEGGENDA DELL’EPIDEMIA
La leggenda di Santa Lucia si colloca nel XIII secolo, quando si diffuse una grave epidemia che colpiva gli occhi, coinvolgendo soprattutto i bambini. Come avveniva anche nelle varie confraternite, a Santa Lucia venne quindi chiesta la grazia, compiendo un pellegrinaggio a piedi scalzi e senza mantello, fino alla chiesa di Sant’Agnese, dedicata anche alla martire siracusana. Oggi nel luogo dove un tempo sorgeva la chiesa, si trova invece la sede del Comune scaligero: Palazzo Barbieri.



2. LEGGENDA DEGLI OCCHI DONATI
La leggenda si tramanda da secoli, forse millenni: pare che la giovane Lucia avesse fatto innamorare un ragazzo, abbagliato dalla bellezza dei suoi occhi. Il giovane li avrebbe chiesti in regalo a Lucia, che dunque gli avrebbe donato i suoi occhi: miracolo, da cieca riprese la vista, e un nuovo paio di occhi. Ma il destino beffardo volle che il ragazzo glieli chiese di nuovo: Lucia si rifiutò, e per questo venne uccisa con una coltellata al cuore.
3. LEGGENDA DELL’INNAMORATO RIFIUTATO
Lucia era una ragazza buona e gentile, un ragazzo si innamorò di lei, ma a lei non piaceva lui. La Madre di Lucia voleva che sposasse questo giovane pretendente ma lei si rifiutò. Quando il giovane venne a sapere del suo rifiuto decise di bruciare viva la giovane. Lucia pregò Dio che le desse il coraggio di sopravvivere al fuoco. Dio l’ascoltò e ne uscì indenne dalle fiamme. Il ragazzo quando vide Lucia resistere alle fiamme, prese la spada e la conficco nella gola della povera Lucia.
– IN SVEZIA
In Scandinavia si celebra il solstizio d’inverno ed era considerata la notte più lunga dell’Anno piena di pericoli e soprannaturali misteri
Santa Lucia viene quindi celebrata la mattina del 13 dicembre in tutte le famiglie svedesi e ogni compagnia, scuola o città sceglie la propria Lucia, che indossa un lungo abito bianco e una corona ornata di candele, caffè e panini allo zafferano (Lussekatter), tradizionali brioches di Santa Lucia. Accade anche che serva una bevanda calda o un vino speziato chiamato Glögg.

Ragazzi e ragazze si riuniscono attorno al letto dei genitori. La ragazza più giovane avanza, tutta illuminata e con un vassoio sul quale sono disposti i piatti per la prima colazione: un caffè fumante, panini allo zafferano, dolci allo zenzero a forma di stella, burattini o cuori (lussebullar). I bambini cantano canzoni tradizionali.
Santa Lucia è spesso accompagnata dalle sue aiutanti, vestite di bianco e cantando canzoni tradizionali. Le ragazze indossano tutte un lungo abito bianco con una cintura rossa (la cintura rossa è il simbolo della ferita data dalla spada sull’addome di Santa Lucia), e la più giovane delle ragazze indossa una corona di candele bianche accese sulla sua testa. I ragazzi indossano cappelli che terminano con stelle dorate.
Ancora oggi, in occasione di Santa Lucia, è possibile vedere giovani ragazze bionde per le strade di Stoccolma sfilare, indossare candele e pellicce bianche. In tutti i villaggi e le scuole si elegge e incorona una Santa Lucia. La sera sfilano per le strade cantando la tradizionale Sankta Lucia.
fonte:quanto Manca e focus
LA LEGGENDA DI JACK FROST L’ ELFO DEL FREDDO
Tra le tante figure leggendarie dell’inverno e del Natale avrai sicuramente sentito parlare du Jack Frost (noto anche come Padre Inverno o Jack Brina) un personaggio apparso nelle fiabe, ne film e nei tempi moderni tra i supereoi, ma in questo articolo ti desidero descrivere la leggenda di Jack Frost di un tempo passato.

Jack Frost nella letteratura è rappresentata come una figura elfica appartenente alla tradizione folcloristica nordeuropea; si crede che tale personaggio derivi dalla tradizione anglosassone e norrena,e lo vede come un collaboratore di Babbo Natale. Il suo compito è quello di far nevicare, ovvero creare le condizioni climatiche tipiche del periodo invernale, per mimetizzare Babbo Natale durante la consegna dei regali.
Nelle varie regioni del nord è chiamato in modi diversi: nella tradizione vichinga, è anche conosciuto come “Jokul Frosti” (Ghiacciolo Gelo), in Inghilterra e negli Stati Uniti d’America, Jack è una variante di “vecchio uomo d’inverno” (mastro gelo) ed è ritenuto responsabile del tempo gelido, per il naso e le dita dei piedi congelati dal tempo e per la colorazione delle foglie d’autunno, ed anche tenuto a lasciare i segni dell’inverno sulle abitazioni e nei boschi.

Nelle leggende vichinghe è conosciuto come Jokul Frosti, è tradizionalmente pensato come spargitore di gelo, sotto forma di piccole “felci” di cristallo, sulle finestre durante le mattine fredde.
È descritto o raffigurato con un pennello e una tavola dei colori (rosso, giallo, porpora e arancione) in mano, intento a colorare le foglie, o come un piccolo elfo che crea fiocchi di neve e opere d’arte sulle finestre delle persone .
È anche responsabile per le stalattiti che appende sui tetti e alberi.
Hanno fatto diversi film con la sua comparsa oppure proprio protagonista come nel cartone animato le 5 leggende.