INDICE DEI CONTENUTI
VI RACCONTO LE LEGGENDE
Siamo in Valsassina una valle della Lombardia in provincia di Lecco. Racchiusa tra il gruppo delle grigne e dal gruppo delle Alpi Orobie. Si narrano due leggende …ecco quello che ho scoperto.
1^ LEGGENDA: “PUNIZIONE DI DIO“
Questo suggestivo mito risale all’Alto Medioevo e racconta la storia di otto fratelli, molto legati fra loro, che vivevano in Valsassina. Quando uno di loro morì tragicamente per un atto di poca fede in Dio, gli altri sette fratelli, colpiti dalla tragedia, decisero di diventare eremiti, e scelsero la loro dimora in luoghi solitari sui monti circostanti.
I tempietti costruiti in questi luoghi presero il nome dell’eremita che vi si era stabilito: San Sfirio, il più anziano dei sette fratelli, scelse la vetta del Legnoncino a quota 1714 metri, San Calimero andò sopra Pasturo, Sant’Ulderico sulle pendici settentrionali del monte Muggio a quota 1392 metri, San Grato in Val Muggisca, San Fedele in un bosco poco lontano da Casargo e San Defendente nella zona fra Esino Lario e Perledo.
Solamente l’unica sorella, Santa Margherita, si fermò in un luogo pianeggiante della valle, per recarsi a visitare ciascuno dei fratelli nelle rispettive località.
Dai singoli eremi i santi erano in grado di comunicare accendendo dei falò: tutte le notti bruciavano arbusti per proteggere gli abitanti delle valli e per salutarsi tra loro, come forma di preghiera e buon auspicio e per chiedere grazia e perdono.
Passarono gli anni e i fuochi iniziarono a spegnersi. Per ogni fuoco che si spegneva una stella si accendeva in cielo.
2^ LEGGENDA: ” IL SACRIFICIO“
Una leggenda più cattolica invece vuole che i sette fratelli eremiti siano stati mandati nel Lario da Sant Ambrogio vescovo di Milano per convertire la popolazione al Cristianesimo. Il popolo non li accolse a braccia aperte, e i sette fratelli furono così costretti a scappare sulle montagne.
Ormai eremiti passarono il tempo a pregare e meditare. Ogni sera accendevano un falò per salutarsi.
Le genti del Lario non cambiarono atteggiamento nei loro e di conseguenza a Dio che infuriato li punì con quaranta giorni di carestia.

Dio risparmiò solo le grotte in cui vivevano gli eremiti. La quarantesima notte, la popolazione in ginocchio, si accorse dei grandi fuochi provenire dalle grotte dei Sette fratelli e raggiungendoli scoprirono che erano tutti morti per la salvezza del popolo.
Furono così erette Sette chiese in loro memoria nei sette luoghi che li ospitarono. Delle sette chiesette alcune sono oggi ancora visitabili e ben conservate, come Santa Margherita, altre purtroppo andate perdute nei secoli.
La memoria dei sette fratelli eremiti è ancora oggi viva tra la popolazione, ed è legata alle piccole chiese alpestri che ne tramandano i nomi.